Ambiente, apicoltura e tecnologia. Cosa (ci) è successo negli ultimi anni?

Diversi anni fa iniziai la mia avventura tra le api, un mondo meraviglioso che mi stupì fin dal primo istante.

Ricordo ancora le emozioni che percepivo solo ad osservare le api bere insieme e farsi spazio sull’impianto a goccia per condividere la stessa goccia d’acqua, un modo di organizzarsi che mi pose di fronte a delle domande:

Come potevano così tanti esseri viventi non litigare tra loro per il cibo o per l’acqua?

Dopo anni passati a studiare e osservare le api, oggi quella democrazia mi appassiona ancor più di prima. Nell’alveare ogni mansione è suddivisa ed organizzata, dalla difesa fino alla termoregolazione, e ogni ruolo è perfettamente definito.

Ma da tempo l’inquinamento, i cambiamenti climatici, i parassiti ed in primis la Varroa stanno decimando la popolazione delle api nel mondo e soprattutto stanno influendo sulla loro stessa organizzazione. Per questo mi sono subito posto il problema di andare a vedere se e come il mondo scientifico si stava attrezzando per capire e far fronte a questo vero e proprio disastro naturale, come si stavano evolvendo le tecniche di allevamento, come, e soprattutto in che direzione, stava cambiato il mondo dell’apicoltura

La risposta a queste domande è nella storia di un gruppo di ragazzi accomunati dalla passione per un uso delle nuove tecnologie leva e volano per uno sviluppo ecosostenibile, e che, mettendo in sinergia tecnologia e apicoltura partorirono un’idea che ancora oggi, dopo ben sette anni, ci entusiasma: applicare la termoterapia alla moderna apicoltura.

Cominciammo col mettere a punto un dispositivo per conoscere meglio la termoregolazione delle api, affittammo una termocamera e scattammo le prime foto e i primi filmati termici degli alveari. Abbiamo dedicato molto tempo, i primi anni, a studiare la popolazione delle api e le loro reazioni, e non è un caso che, mi si perdoni la nota biografica, per il mio compleanno mio sorella Viola mi regalò l’appena edito“Il ronzio delle api” di J. Tautz. Un testo importante, che mi fornì ancora più stimoli nel proseguire le ricerche verso la scoperta e la diffusione di un  sistema di apicoltura insieme naturale e tecnologico.

Finalmente, dopo anni di osservazione e ricerca,  studio e tentativi, abbiamo realizzato e messo sul mercato il nostro strumento, Bee Ethic.

Da allora, oltre all’apicoltura, abbiamo iniziato a conoscere più da vicino il mondo degli apicoltori. Un mondo fatto di tradizioni, di insegnamenti tramandati di generazione in generazione, da chi con le api ci ha sempre vissuto; un mondo che negli ultimi anni si sta rapidamente innovando, un mondo a cui sempre più ricercatori e tecnici ci si stanno dedicando.

Nei nostri continui tour tra le aziende apistiche, abbiamo potuto verificare come la tecnologia abbia ormai invaso il settore della smielatura e del nomadismo, dove i macchinari hanno ormai un ruolo fondamentale; alle fiere abbiamo incontrato moltissime aziende che propongono strumenti tecnologici per il monitoraggio degli alveari, durante il nostro ultimo viaggio in America abbiamo incontrato i delegati della FLIR, una delle aziende più importanti al mondo nella produzione di termocamere.

I sistemi di monitoraggio a distanza si stanno moltiplicando, le aziende produttrici offrono oggi la possibilità di conoscere a distanza molti parametri che riguardano le api, dal peso, tramite le ormai comuni bilance, fino alla temperatura, all’umidità, fino al conta api, che permette di conoscere il numero di api che vanno a bottinare nettare e polline.

Una delle novità che ci ha più colpito riguarda un’ innovazione italiana, che oltre a questi parametri ne ha voluto inserire un altro: quello olfattivo. Attraverso questo parametro, che permetterà di conoscere anche l’odore delle api, si potrà capire molto meglio se e come l’ambiente circostante abbia subito modificazioni e/o contaminazioni.

Quel che crediamo, da convinti ambientalisti quali siamo, è che la tecnologia debba essere usata al servizio dell’ambiente, siamo sicuri che l’uomo potrebbe e dovrebbe invertire la rotta, riducendo la sua impronta ecologica, migliorando le condizioni di vita di tutte le specie viventi, dalle api fino ad arrivare ovviamente a noi stessi.

Noi andiamo avanti per questa strada, molti ci hanno detto di essere stati tra i primi innovatori nel settore e constatare oggi di non essere gli unici ad impegnarsi in questo senso, non fa che darci maggiore entusiasmo e stimoli per il futuro.

Mauro Tagliaferri